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Tornare in classe

Intervista a Daria Bignardi – scrittrice, giornalista e conduttrice televisiva e radiofonica

Tempo di lettura stimato: 5 minuti
10 Marzo 2025
10 Marzo 2025

Può raccontarci un ricordo, un evento, un insegnante che ha segnato la sua formazione?

Ero innamorata dei miei insegnanti di Italiano e di Filosofia, al liceo. La professoressa di Italiano, Cariani, che i miei compagni chiamavano “il Volpino” per l’aspetto impettito e io invece trovavo elegantissima, aveva una passione per Gadda. Per lei Gadda era il massimo scrittore italiano e non si stancava di celebrarlo. Il professor Mori, di Filosofia, mi ha fatto innamorare a sua volta di tutti i filosofi che spiegava, tutti! Ho ancora una sua foto nel mio studio. Quando ormai non ero più a Ferrara da molto tempo, divenne preside del mio liceo classico, l’Ariosto, e mi invitò al centenario della scuola nelle vesti di ex allieva illustre. Andai entusiasta, portando i figli piccoli che, seduti in prima fila, mi rovinarono la festa litigando tra loro e prendendosi a morsi.

Ricorda uno o più compagni di scuola che sono stati o sono ancora importanti nella sua vita?

Sì, più d’uno. Il mio compagno di banco del liceo, Roberto Roversi, che mi scriveva sul diario i testi delle canzoni di Peter Hammill, è tuttora un caro amico, uno dei pochissimi che vedo sempre quando torno a Ferrara. È un grande appassionato di musica e di cinema, e come Presidente Nazionale dell’ARCI ha organizzato a Ferrara concerti indimenticabili come quello dei Sigur Rós.

Ai tempi della scuola, cosa voleva fare da grande?

 

Volevo fare la scrittrice, ma pensavo fosse impossibile e che quindi avrei insegnato Lettere, come mia sorella.

Quando ha deciso che avrebbe fatto la giornalista e come ha iniziato?

 

 

Avevo 25 anni, ero venuta a stare a Milano e lavoravo in pubblicità, non mi piaceva. Un giorno ho letto il bellissimo Seminario della gioventù di Aldo Busi, pubblicato da Adelphi, e ho pensato che se ce l’aveva fatta lui, che partiva da un paesino delle valli bresciane e aveva cominciato a lavorare come garzone in un bar, dovevo provare anche io a scrivere, cominciando da qualunque cosa capitasse. Trovai lavoro in un mensile di Leonardo Mondadori che stava per aprire, millantando di saper lavorare come photoeditor. Ci ho fatto il praticantato e ho dato l’esame da giornalista professionista appena in tempo, prima che chiudesse. Da allora ho sempre lavorato come freelance, a parte quando ho diretto il mensile Hachette Donna e quando ho diretto Rai3.

Dalla Riserva Indiana al Grande Fratello, per citare situazioni decisamente agli antipodi che l’hanno vista protagonista. Nella sua carriera ha spaziato tra media e format anche molto diversi tra loro. Come ci si prepara a questo eclettismo, risultando sempre nel ruolo?

Nel mio caso sono state la vita e le letture a prepararmi a tutto. Ero una bambina libresca e avventurosa e avventurosa e libresca sono rimasta. Ogni cosa che ho fatto, libri, giornali, radio, tv, nasce dalla curiosità e dalla passione per le storie e dal desiderio, anzi dal bisogno, di raccontare.

Rispetto a quella che ha frequentato lei, come vede la scuola di oggi? Quali sono le sfide più importanti che si trova ad affrontare?

Ho conosciuto bene solo le scuole dei miei figli, ed erano un po’ più appannate di quanto lo sia stata la mia, anche se la scuola dell’infanzia e quella elementare mi sono sembrate ottime. Meno le secondarie di primo e secondo grado. Mi sembra che i docenti siano abbandonati a loro stessi in mezzo a mille problemi di ogni genere, dagli oneri burocratici ai programmi e sino al rapporto con le famiglie.

Cosa avrebbe voluto della scuola di oggi nella sua scuola?

Il bar.

Se ne avesse la possibilità, ci sarebbe una materia che vorrebbe introdurre nella scuola di oggi?

L’educazione sentimentale. Non quella di Flaubert.
di Luca Indemini

© Claudio Sforza

Daria Bignardi

Daria Bignardi è scrittrice, giornalista e conduttrice televisiva e radiofonica. Ha condotto per anni il programma Le invasioni barbariche su La7 e Ora Daria su Radio Capital. Il suo ultimo libro è Ogni prigione è un’isola (Mondadori, 2024). Sempre per Mondadori ha pubblicato anche Non vi lascerò orfani (2009, premio Rapallo, premio Elsa Morante, premio Città di Padova), Un karma pesante (2010), L’acustica perfetta (2012), L’amore che ti meriti (2014), Santa degli impossibili (2015), Storia della mia ansia (2018), Oggi faccio azzurro (2020) e, per Einaudi, Libri che mi hanno rovinato la vita (2022), tutti grandi successi tradotti in molte lingue.

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