Esiste un modello scolastico a cui ispirarsi, che sia rispettoso dei ritmi biologici d’apprendimento di un bambino?
Fino ai dieci anni, i bambini delle scuole del Nord Europa, come quelle finlandesi, sono in ritardo rispetto alla media dei loro coetanei europei; poi a quindici anni sono i primi nei test internazionali di valutazione. Quando ho lavorato in Finlandia, ho visto insegnanti spiegare le lezioni ai bambini, senza che questi capissero alcunché; ma il fatto di rallentare il loro sviluppo scolastico senza ricevere pressioni permetteva loro di acquisire fiducia. Inoltre, il fatto di assegnare i voti solo a partire dagli undici anni evita di umiliare i bambini con giudizi prematuri.
Anche in Giappone, dove in passato si imponeva ai bambini di frequentare due scuole, una obbligatoria durante il giorno e una serale, quando si è deciso di rallentare il ritmo scolastico e abolire le scuole serali la conseguenza è stata una riduzione dei suicidi infantili, con risultati scolastici comunque ottimi. In generale, ci siamo dimenticati dei ritmi biologici dell’apprendimento, imponendo ai bambini tempi e metodi che non rispettano la loro natura.
Uno degli aspetti più importanti per la crescita di un bambino è il rapporto con il suo insegnante, che può influenzarlo sia in senso positivo sia negativo. La sua storia personale lo dimostra. Ma quali caratteristiche deve avere un buon insegnante?
E quali sono le conseguenze di questa atrofia cerebrale?

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E così conflitti e traumi vissuti nel contesto familiare si riverberano nella scuola. Ma cosa può fare la scuola per aiutare questi ragazzi?
La comunità deve essere in pace e tutti devono essere coinvolti nell’educazione dei bambini, non solo i genitori, non solo gli insegnanti, ma anche i vicini, le società sportive, la banda del quartiere. Quando un bambino cresce in un ambiente che lo circonda e lo sostiene, ha molte più probabilità di farcela.
Nel suo lavoro lei sottolinea spesso l’importanza del corpo e dell’esercizio fisico. Il corpo è un vero e proprio linguaggio delle emozioni: le gioie, le paure, le tristezze si inscrivono nel corpo, influenzando la postura, l’espressione del viso, il respiro. Che relazione c’è fra il benessere fisico e l’apprendimento scolastico?
Il corpo è la conseguenza della mente, che a sua volta è la conseguenza di relazioni alterate. Quando un bambino non si sente al sicuro soffre, e il suo elettroencefalogramma mostra un anticipo del sonno paradossale, cioè della fase REM, che sopprime le onde lente della fase precedente, cioè le onde che stimolano la base del cervello responsabile della secrezione degli ormoni della crescita e degli ormoni sessuali.
Dormire male influisce sull’apprendimento, perché una delle funzioni del sonno è stimolare la memoria e consentire al corpo di recuperare. Ma se un bambino dorme male a causa dell’ansia o delle tensioni tra i genitori, cresce anche meno, perché produce meno ormone della crescita e meno ormoni sessuali. Quando ho lavorato in Romania e in Canada, tra gli orfani di Duplessis, ho potuto osservare che i bambini cresciuti in un ambiente ostile sono più piccoli di statura e hanno problemi di memoria, si svegliano stanchi perché durante la notte non hanno prodotto abbastanza ormone della crescita, ma soprattutto, come ha mostrato il premio Nobel Elizabeth Blackburn nei sui studi di epigenetica, le estremità dei loro cromosomi, i telomeri, si accorciano più velocemente. Questi bambini invecchiano più rapidamente, e a causa di questo invecchiamento precoce sono spesso infelici, di cattivo umore, hanno difficoltà a costruire relazioni e ad apprendere.
Oggi, i confini tra il ruolo della famiglia e quello della scuola sono sempre più sfumati, ma qual è il giusto equilibrio per un sano sviluppo del bambino?
Boris Cyrulnik
Neurologo, etologo, psicoanalista e psichiatra, nel 1943 Boris Cyrulnik riuscì a sfuggire alla deportazione nascondendosi nel bagno della sinagoga di Bordeaux. Ambientalista militante, è tra i fondatori della disciplina dell’etologia umana e ha contribuito allo studio del concetto di resilienza. In Italia ha pubblicato Il dolore meraviglioso (Frassinelli, 2000), I brutti anatroccoli (Frassinelli, 2002), Il coraggio di crescere (Frassinelli, 2004), Costruire la resilienza (Erikson, 2005), Autobiografia di uno spaventapasseri (Raffaello Cortina, 2009), La vergogna (Codice edizioni, 2011), La vita dopo Auschwitz (Mondadori, 2014), Morire d’infanzia (Codice edizoni, 2014), Psicoterapia di Dio (Bollati Boringhieri, 2018), La comodità del male (il Margine, 2023).