Potremmo dire che i podcast esistono da sempre, o quasi. In fondo, sono i pronipoti della radio, ma con un vantaggio chiave: l’ascolto on-demand, senza vincoli di programmazione. Se la radio ha scandito il tempo di intere generazioni con palinsesti fissi e appuntamenti imperdibili, il podcast è libertà assoluta: scegliamo cosa ascoltare, quando e dove vogliamo, mettiamo in pausa, torniamo indietro, riascoltiamo. Un’abitudine che si è radicata nel quotidiano di milioni di persone, e i numeri lo confermano: secondo l’Ipsos Digital Audio Survey 2024, in Italia gli ascoltatori abituali di podcast sono già dodici milioni, con una crescita costante soprattutto tra i più giovani.
È l’età dell’oro dello streaming audio, e il fenomeno non si è fermato all’intrattenimento. Ha travolto anche il mondo dell’education, trasformando l’ascolto in un’esperienza formativa che coinvolge studenti, docenti e famiglie.
Ma che cosa accade nel nostro cervello quando ascoltiamo un podcast?
L’apprendimento passa anche attraverso le orecchie. L’ascolto attiva un sofisticato circuito neurale che coinvolge memoria, attenzione ed emozioni, trasformando i suoni in un potente catalizzatore per lo sviluppo cognitivo. Secondo la ricerca condotta per Audible dalla neurologa Gabriella Bottini (professoressa di Psicobiologia presso l’Università di Pavia), nei bambini tra 0 e 6 anni ascoltare storie e contenuti ben strutturati stimola le aree cerebrali deputate all’acquisizione del linguaggio e alla percezione dei suoni, creando una base solida per le competenze linguistiche future.
Con la crescita, questi effetti non si disperdono, anzi si amplificano: migliora la comprensione testuale, si arricchisce il vocabolario, si affina la capacità di esprimersi con proprietà e sicurezza. Ma non è solo una questione di apprendimento cognitivo. Il suono della voce umana, con le sue tonalità e i suoi ritmi, è un potente attivatore emotivo: stimola la produzione di ossitocina, il cosiddetto “ormone della socialità”, favorendo empatia e connessione con chi parla.
Dunque non è poi così preoccupante il fatto che le nuove generazioni vivano con gli auricolari nelle orecchie, compagni inseparabili tra lezioni, studio, sport e spostamenti. I dati lo confermano: secondo una ricerca Chora Media e ScuolaZoo, il 72% dei giovani italiani tra i 13 e i 25 anni ascolta contenuti audio mentre svolge altre attività.
Del resto viviamo in un’epoca in cui fare più cose insieme è diventata la norma. E l’ascolto non fa eccezione. Che il multitasking possa essere nemico della concentrazione è certo: numerosi studi dimostrano che dividere l’attenzione tra più compiti riduce la capacità di memorizzazione. Eppure, nel caso dei podcast, questa abitudine si trasforma in un’opportunità. Il motivo è semplice: l’audio non richiede uno schermo né un’interazione visiva costante, permettendo di sfruttare in modo intelligente i tempi morti. Purché si ascoltino le cose giuste.
A questo punto, però, la domanda sorge spontanea: che cosa ascoltano i più giovani? I dati raccolti restituiscono un quadro che sorprende chi si aspetta solo contenuti leggeri o poco impegnativi. La ricerca Chora Media – ScuolaZoo evidenzia infatti che i podcast più seguiti parlano di attualità, divulgazione scientifica, storytelling di esperienze personali e, sempre più spesso, di educazione. Il dato trova ulteriore conferma nei report dell’Osservatorio Podcast, secondo cui oltre il 50% degli under 25 ascolta regolarmente podcast, scegliendoli principalmente in base al tema trattato. Spotify, Apple Podcasts e le tante piattaforme di streaming audio non sono più solo spazi di intrattenimento, ma veri e propri hub della formazione, dove la GenZ costruisce la propria opinione e arricchisce il proprio bagaglio culturale.

Il 72% dei giovani italiani tra i 13 e i 25 anni ascolta contenuti audio mentre svolge altre attività
Quindi, basta ascoltare per imparare? Sì e no.
Un podcast ben fatto – con contenuti solidi, un buon ritmo narrativo e un sound coinvolgente – può essere un eccellente strumento di autoapprendimento, perché stimola la curiosità e facilita l’approfondimento di temi molto diversi, considerando la vasta scelta. Ma per parlare di vero podcast educativo, serve anche un’intenzionalità formativa. L’ascolto deve integrarsi in un percorso più ampio, con contenuti pensati per un target specifico, un linguaggio adeguato e un utilizzo che vada oltre l’ascolto, che si configura invece come l’inizio e non il fine dell’esperienza didattica.
Ne è un esempio Scienza al cubo che allarga gli orizzonti sul mondo scientifico intrecciando Chimica, Biologia e Scienze della Terra attorno a una parola chiave. Per ogni disciplina c’è una voce narrante distinta che le conferisce un’identità propria e riconoscibile: tre voci che si alternano e dialogano tra loro in una narrazione che evidenzia le interconnessioni tra i diversi campi scientifici, dimostrando come ogni elemento del sapere sia parte di un sistema integrato.
Tra le migliaia e migliaia di podcast disponibili sulle piattaforme audio, sicuramente quelli educativi non sono la maggior parte, anzi… Ma niente paura. Ce ne sono tantissimi che, pur non nascendo con un intento educativo, offrono spunti e contenuti che con il giusto approccio possono trasformarsi in strumenti didattici preziosi, integrandosi efficacemente nei percorsi di apprendimento.
Bastano un po’ di metodo e di creatività per trasformare anche una sola puntata in un’occasione di apprendimento attivo e, perché no, divertente.
Per parlare di vero podcast educativo, serve anche un’intenzionalità formativa. L’ascolto deve integrarsi in un percorso più ampio, con contenuti pensati per un target specifico, un linguaggio adeguato e un utilizzo che vada oltre l’ascolto, che si configura invece come l’inizio e non il fine dell’esperienza didattica.
Ecco qualche idea per sfruttare al meglio il potenziale educativo dei podcast:
🔹 Fare un piano
Prima di premere play, serve un piano. Quanto durerà l’attività? Quali competenze vogliamo sviluppare? L’ascolto sarà un momento isolato o parte di un percorso più ampio? Definire obiettivi chiari aiuta a integrare il podcast in modo efficace, rendendolo uno strumento flessibile e adattabile. Un episodio può essere il cuore di una singola lezione o lo spunto per un lavoro più lungo, articolato in più fasi.
🔹 Scegliere con criterio
Per prima cosa è fondamentale fare le scelte giuste e di qualità, selezionando podcast autorevoli di autori affidabili, con un linguaggio adeguato alla classe, coerenti con il curricolo che favoriscano lo sviluppo di competenze trasversali, come il pensiero critico, la capacità di analisi o la comunicazione efficace. Anche un contenuto apparentemente lontano dal contesto scolastico può rivelarsi prezioso, se utilizzato nel modo giusto.
🔹 Dare forma all’esperienza
Un podcast non è solo un file audio: può diventare il motore di un’esperienza immersiva. Si può cioè “aumentare” un podcast trasformandolo in una lezione interattiva attraverso ricerche, approfondimenti su fonti selezionate ad hoc, personaggi e luoghi citati. L’episodio può ispirare un dibattito, un brainstorming o una riflessione collettiva, stimolando il confronto tra diverse prospettive. Oppure si può passare alla produzione: infografiche, presentazioni, video, storytelling digitale o persino la creazione di un nuovo podcast da parte degli studenti. Ogni attività può essere individuale o di gruppo, adattandosi alle esigenze della classe.
🔹 Chiudere il cerchio didattico: la valutazione
Ogni esperienza di apprendimento ha bisogno di un momento di monitoraggio e valutazione, ma questo non significa aggiungere rigidità al processo. Basta predisporre una griglia di osservazione chiara e riutilizzabile, ovvero che di volta in volta può essere declinata e adeguata a seconda della puntata scelta e della classe che si ha davanti. Si possono includere indicatori di comprensione, capacità di rielaborazione, partecipazione attiva e competenze sviluppate. Inoltre, anche l’autovalutazione gioca un ruolo chiave: pure in questo caso si può predisporre una griglia riutilizzabile nel tempo, utile per invitare gli studenti a riflettere sul proprio percorso, a consolidare quanto imparato e a sviluppare un senso critico sulla propria esperienza di apprendimento.

Il podcast può ispirare un dibattito, un brainstorming o una riflessione collettiva
E a casa? Vale lo stesso principio. Con bambini in età prescolare o primaria, il podcast può diventare un rituale condiviso, una sorta di “fiaba sonora” di nuova generazione. Può sostituire la ninna nanna, stimolare domande, creare momenti di dialogo in famiglia. Basta scegliere il contenuto giusto e non lasciare che l’ascolto resti fine a sé stesso, ma diventi uno spunto per fare altro: disegnare, inventare storie, esplorare nuovi mondi, leggere un libro, visitare un museo…
Infine, ma non per importanza, c’è un aspetto fondamentale per la didattica: l’inclusione, parola chiave per tutto il sistema scuola e non solo. Il podcast sta emergendo come uno strumento prezioso, in particolare per gli studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES) e Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), ma anche per chi ha disabilità visive. Per i ragazzi con dislessia, l’audio rappresenta una chiave d’accesso immediata alle informazioni, eliminando l’ostacolo della decodifica testuale e rendendo l’apprendimento più fluido. Per gli ipovedenti, il podcast offre un’alternativa alle risorse didattiche prevalentemente testuali, consentendo di accedere ai contenuti in modo più autonomo e dinamico.
Grazie alla sua accessibilità e flessibilità, il podcast permette a ciascuno studente di seguire le lezioni secondo i propri ritmi e necessità. Una voce chiara e ben modulata può fare la differenza nella comprensione, mentre la possibilità di riascoltare, rallentare il parlato o mettere in pausa facilita l’assimilazione dei contenuti. Proprio per questo, sempre più scuole stanno integrando podcast e audiolibri come strumenti compensativi, migliorando l’inclusione e favorendo un apprendimento più equo per tutti.
La rivoluzione silenziosa dei podcast è ormai arrivata in tutti gli auricolari dei nostri ragazzi. E chi si occupa di educazione non può più far finta di non sentirne forte e chiaro il suono.
Altri podcast con finalità didattica:
Tutta un’altra storia (Brickslab.it)
Ascoltando s’impara (Sanoma Italia + Chora Media)
Podcast Raffaello (Raffaello Scuola)
Podcast d’Autore (Mondadori Education)
Audioracconti e approfondimenti (Rizzoli Education)
Maria Vittoria Alfieri
Esperta di Digital Education, lavora dal 1998 nell’editoria scolastica occupandosi di scuola, innovazione e tecnologia, progettando contenuti, strumenti e piattaforme per una didattica attuale e potenziata dal digitale. Ha contribuito e contribuisce a individuare modelli in grado di traghettare il mondo dell’education verso un modus operandi attuale e integrato in una quotidianità in continuo e veloce cambiamento. È ideatrice e direttrice editoriale della piattaforma didattica Brickslab e docente presso il Master Professione editoria cartacea e digitale dell’Università Cattolica di Milano. Affianca inoltre editori, musei, aziende ed enti che sviluppano progetti educativi e di edutainment, per ideare soluzioni innovative e valorizzare l’esperienza di apprendimento.