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Tornare in classe

Intervista a Maurizio Nichetti – attore e regista

Tempo di lettura stimato: 3 minuti
4 Febbraio 2025
4 Febbraio 2025
Può raccontarci un ricordo, un evento, un insegnante che ha segnato la sua formazione?
Non ho dubbi sul nome: il professor Gorra, insegnante di italiano e latino al liceo scientifico Leonardo da Vinci di Milano. Anni Sessanta. Nel suo modo, apparentemente brusco, di trattare noi studenti, c’era sempre molta ironia e una teatralità misurata. Una riga millimetrata poteva volare verso l’ultimo banco per richiamare l’attenzione di un allievo, ma le sue materie non finivano mai con valutazioni punitive. La sufficienza si poteva sempre raggiungere con una prova di memoria, su una poesia in italiano o latino, che bilanciava i 4, i 3, anche i 2 dati con severità in uno scritto. La poesia imparata a memoria valeva 10. 10 più 2 uguale a 12, diviso 2 uguale a 6: la promozione era assicurata. Poi, ricordo che entrava sempre in classe con il giornale che leggeva distrattamente ad alta voce, con relativi commenti, spesso più interessanti degli stessi articoli. Un gioco, una rappresentazione per ricordarci che ogni giorno era importante informarsi, non passivamente, ma in chiave critica. A distanza di sessant’anni i suoi insegnamenti li ricordo ancora… era sicuramente un grande professore!
Ricorda uno o più compagni di scuola che sono stati o sono ancora importanti nella sua vita?
Le amicizie fatte a scuola sono quelle che si mantengono per sempre, soprattutto quelle delle elementari, perché sono nate in modo disinteressato e, nel tempo, mettono in gioco ricordi ed emozioni profonde.
La sua carriera artistica è stata ricca ed eclettica: teatro, cinema, televisione, regia, scrittura, recitazione: come si fa a imparare tutto questo?
Lavorando tanto con umiltà e curiosità. L’umiltà serve per ricominciare sempre in un campo nuovo con l’entusiasmo di un debuttante, la curiosità ti spinge invece a cambiare in continuazione, per cercare nuove emozioni, per imparare nuovi linguaggi.
Lei è direttore artistico del Centro Sperimentale di Cinematografia di Milano e insegna regia allo IULM. Cosa pensa degli studenti che incontra?
Se non mi fosse piaciuto insegnare, stare con generazioni sempre nuove, non avrei fondato una scuola di mimo a ventisei anni. Con Quelli di Grock mi sono trovato ad affrontare nel 1974 le prime classi di allievi, spesso miei coetanei. Oggi sono obbligato a fare i conti con culture e sensibilità molto diverse dalla mia. Mi trovo di fronte studenti da cui mi separano più di cinquant’anni. E questa è la vera sfida. Se si aggiunge che la mia materia, la comunicazione visiva di storie e contenuti, deve adeguarsi ai tempi, si capisce come non mi possa limitare a trasmettere le mie esperienze passate, ma sia stimolato sempre verso quello che arriva, per continuare a insegnare e a farmi capire anche dai ragazzi di oggi.
Che cosa cambierebbe della scuola? Introdurrebbe nuove materie o metodi diversi?
Il dialogo tra ragazzi e docenti affronta, in ogni epoca, gli stessi problemi. Dev’essere un dialogo aperto, uno scambio di energie in cui sia gli allievi sia i maestri accettano di mettersi in gioco. Non è sempre facile. Ed è più difficile per un insegnante cercare di avvicinarsi davvero a una classe, anziché limitarsi a pretendere risultati sicuri su saperi acquisiti, i suoi. Un insegnante deve saper abbandonare la comfort zone delle sue conoscenze per avventurarsi in scenari nuovi da cui c’è sempre da imparare.
Quale reputa oggi la sfida maggiore per la scuola?
In periodi di intelligenze artificiali, far capire ai ragazzi che nessuna tecnologia potrà sostituire il loro pensiero, le loro scelte, i loro gusti, che devono imparare a riconoscere prima di poterli utilizzare in una qualsiasi professione futura.
di Emilia Bandel
Maurizio Nichetti
Maurizio Nichetti è un attore, sceneggiatore, regista e produttore cinematografico italiano. Nel 1979 gira il suo primo film, Ratataplan. Il successo si ripete con Ho fatto splash, Ladri di saponette e Volere volare. Ha trascorso gli ultimi quarant’anni a confrontarsi con ogni forma di spettacolo, impegnandosi anche nella direzione di festival e scuole di cinema e mantenendosi sempre all’avanguardia in tema di sperimentazione visiva.